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Breve storia del Progetto CIAO
La scuola è l’ambito primario in cui si evidenziano le problematiche connesse ad un processo immigratorio sempre più intenso, ma non ancora “metabolizzato”.
Dalla scuola dell’infanzia a quella secondaria di secondo grado, gli allievi vengono inseriti nelle classi in ogni momento dell’anno, spesso del tutto sprovvisti delle competenze minime per la comunicazione in lingua italiana o altra lingua veicolare.
Le esigenze dei nuovi arrivati vanno necessariamente testate, considerate e ed affrontate dal personale in servizio nelle scuole, in conformità agli specifici ruoli e competenze ed in relazione all’età anagrafica degli allievi.
Si va dalle problematiche prevalentemente afferenti alla dimensione affettivo-relazionale nei bambini in età prescolare a quella più specificamente culturale degli studenti di scuola secondaria.
In ogni caso i vari Istituti si trovano impegnati:
- ad accogliere nuovi bisogni
- a promuovere interventi mirati alle singole problematiche emergenti
- a coordinare azioni diverse e diversificate, coinvolgenti una pluralità di soggetti (ASL, enti locali, associazioni di volontariato, associazioni culturali, privato sociale, …)
Sta conseguentemente maturando la consapevolezza, da parte della scuola, di poter giungere a risultati apprezzabili, in termini di accoglienza ed inserimento, solo attraverso la cooperazione sinergica di più soggetti, con le specificità di ruolo e le professionalità loro proprie.
Il primo Progetto C.I.A.O. nasce nell’anno scolastico 2000-01 come impegno delle scuole all’interno dei Piani di Zona.
All’epoca era presente ai tavoli tecnici dei PDZ area “minori e famiglie” un solo rappresentante della scuola per tutto il distretto (era stata eletta la prof.ssa Lucia Araldi).
La collaborazione con l’Ufficio competente (denominato Ufficio di Piano) consisteva in:
- valutazioni congiunte sullo stato dei bisogni delle scuole di ogni ordine e grado di 13 comuni del distretto
- progettazione di azioni condivise
- presentazione di progetti per il reperimento di fondi
Con il finanziamento del primo progetto, apparve subito evidente la necessità di istituire una rete di scuole, ognuna col proprio referente, al fine di rendere stabili e operative le finalità che ci si proponeva.
Dall’anno 2005-2006, perciò, gli istituti scolastici ubicati nel Distretto hanno costituito una rete denominata C.I.A.O. ( “Con l’italiano andare oltre”) con le seguenti finalità:
- rendere unitarie e condivise le azioni di accoglienza e di insegnamento/apprendimento della lingua italiana rivolte a studenti di altra nazionalità;
- favorire l’apprendimento organizzativo delle scuole a riguardo dei processi di accoglienza e di insegnamento di italiano come L2;
- favorire la comunicazione e la partecipazione delle famiglie immigrate;
- far crescere l’empowerment delle scuole, degli enti locali e delle associazioni presenti sul territorio.
Le azioni promosse dalla rete sono state:
. Censimento del contesto e dei bisogni per ogni istituzione scolastica e sintesi dei dati raccolti a cura delle scuole polo.
. Modellizzazione ed implementazione delle esperienze.
. Percorso di formazione rivolto ad oltre 100 docenti.
. Realizzazione di un “protocollo di accoglienza” comune a tutte le scuole del distretto. A supporto del protocollo viene costituita una banca-dati e materiali plurilingue per comunicazioni scuola famiglia, documentazione, presentazione delle scuole, orientamento ecc. Tale banca dati è disponibile in formato digitale su cd-rom.
. Sussidi e materiali didattici per L2
A partire dai dati emersi dal monitoraggio si procede all’acquisto di sussidi e materiali didattici sia in forma cartacea che digitale, distribuito alle singole scuole al fine di favorirne la diffusione e l’utilizzo.
. Mediatori linguistico- culturali e facilitatori linguistici
La formazione dei docenti prevede azioni di “tirocinio- Ital2” così organizzato:
- costituzione, in ogni istituzione scolastica,di gruppi di alunni di pari livello per la conoscenza della lingua italiana;
- affiancamento di docente esperto in insegnamento dell’italiano a stranieri;
- costruzione di “moduli” di insegnamento/apprendimento per i vari livelli di conoscenza della lingua.
. Scuola, famiglie, territorio
Realizzazione, in rete con enti locali, associazioni e comunità del territorio, di azioni che coinvolgano maggiormente le famiglie immigrate e rendano possibile e più significativo il loro inserimento nelle comunità locali.
L’aspetto innovativo e di sperimentazione consiste nell’ampliamento e consolidamento della rete di scuole che:
A. concordano strategie ed interventi,
B. procedono insieme nella elaborazione di progetti finanziati,
C. concorrono alla costruzione di una banca dati su:
• interventi di esperti formatori sulle tematiche dell’intercultura, dell’insegnamento dell’italiano come L2, dell’integrazione sociale fra etnie diverse
• facsimile di modulistica in 9 lingue, da personalizzare coi dati/informazioni di ogni istituzione scolastica
• materiali per Ital2 di primo e secondo livello destinati a scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado
• testi/argomenti semplificati per le varie discipline di studio
• sitografia di riferimento per Ital2 ed intercultura
• strategie e buone pratiche adottate per l’adozione della lingua italiana come lingua di studio
D. promuovere collaborazioni con enti istituzionali e soggetti del privato sociale finalizzate alla realizzazione di un osservatorio permanente sull’immigrazione/intercultura
PROGETTI ED AZIONI DA IMPLEMENTARE
Anno scolastico 2009-2010
II sempre nuovi progetti che la rete di scuole elabora, hanno come presupposto la costante osservazione ed analisi dei bisogni emergenti da ogni istituzione scolastica, prevedono momenti di condivisione degli obiettivi e delle conseguenti azioni, necessitano di attenta verifica e valutazione dei risultati raggiunti.
DATI DI CONTESTO
Il Distretto socio-sanitario di Fidenza comprende 13 Comuni:
Fidenza, Salsomaggiore Terme, Busseto, Polesine, Zibello, San Secondo P.se, Roccabianca, Soragna, Trecasali, Sissa, Fontanellato, Fontevivo, Noceto.
Il territorio afferente ai citati Comuni risente di un forte processo immigratorio da paesi europei ed extraeuropei.
Le etnie presenti non sono uniformemente distribuite (a titolo di esempio: una prevalenza di indiani si registra nei Comuni a vocazione agricola; nella zona fidentina e salsese, al contrario, figurano allievi provenienti da oltre 30 paesi con idiomi diversi).
Il progetto ha l’obiettivo di promuovere e sostenere iniziative volte a favorire l’ integrazione scolastica degli alunni stranieri con forme di alfabetizzazione intensiva e con primi interventi di natura socio-assistenziale e forme di arricchimento culturale.
L'integrazione di allievi provenienti da altre nazioni comprende generalmente tre momenti irrinunciabili: l'accoglienza, l'intervento linguistico ed una specifica attenzione alla dimensione interculturale all'interno delle varie discipline; il tutto nella prospettiva di una continuità formativo- didattica fra i vari ordini di scuola.
Il progetto si colloca nell'ottica dell'educazione interculturale e perciò considera le diverse culture di cui sono portatori gli alunni stranieri, come risorse positive per i processi di crescita della società e delle persone, in una prospettiva di reciproco arricchimento.
FASI DEL PROCESSO DI INSERIMENTO ED INTEGRAZIONE
1) Accoglienza e inserimento alunni stranieri :
- applicazione del protocollo di accoglienza condiviso ed adottato da tutte le Istituzioni scolastiche
- incontri con le famiglie e preparazione della classe accogliente anche grazie all’intervento di mediatori linguistico- culturali
- promuovere “la salute dei cittadini immigrati” svolgendo un’attività di facilitazione all’utilizzo dei vari servizi socio - sanitari della zona ospitante;
2) Apprendimento intensivo di Ital 2:
Si ritiene opportuno creare, in ogni istituzione scolastica, un laboratorio permanente ed operante per tutto l’anno scolastico con docenti facilitatori di elevata professionalità, ossia un luogo educativo ‘contenitore’ di tutti i tipi di interventi e percorsi linguistici (alfabetizzazione iniziale, comunicazione, adozione della lingua italiana per lo studio) e interculturali indirizzati agli studenti stranieri e all’intera classe. Tale strutturazione degli interventi può garantire la continuità e la progressione cognitiva e affettiva essenziale ai ragazzi stranieri e al loro diritto all’istruzione, ed insieme assicurare alla scuola una preziosa crescita in competenza ed efficacia. L’obiettivo è quello di giungere ad un’ottimizzazione delle risorse umane e strutturali, ed è finalizzato alla promozione un comune sentire: l’immigrazione non più come emergenza transitoria ma come fattore caratterizzante l’attuale realtà socio-culturale .
Il laboratorio comprende tre livelli:
LIVELLO 1 : PRIMO INSERIMENTO
Laboratorio finalizzato all’apprendimento della lingua della comunicazione per i nuovi arrivati (durante il primo periodo si privilegeranno l’ascolto e il parlato). Si aiutano gli allievi, anche con l’ausilio di linguaggi non verbali, ad inserirsi nell’ambiente scolastico, a superare le barriere comunicative iniziali, a stabilire il contatto, ad esprimere bisogni e richieste, a capire ordini e indicazioni, a superare la fase del silenzio.
LIVELLO 2: COMUNICAZIONE
Laboratorio finalizzato all’apprendimento della lingua italiana per esprimere funzioni linguistiche e intenzioni comunicative più complesse quali il narrare, l’esprimere stati d’animo, riferire esperienze personali, raccontare storie, desideri e progetti sia a livello orale che scritto.
LIVELLO 3 : LINGUA ITALIANA PER LO STUDIO
Laboratorio finalizzato all’apprendimento della lingua italiana funzionale allo studio delle discipline. Si prevede l’inserimento anche di allievi non di prima accoglienza che necessitano di un approfondimento della conoscenza della lingua italiana per imparare a leggere un testo comprendendo i termini specifici, i concetti, i contenuti al fine di acquisire autonomia nello studio individuale.
3) Attivita’ di arricchimento socio-culturale
Attraverso l’ attivazione dei suddetti laboratori viene contemporaneamente “curata” l’educazione socio-affettiva dei singoli allievi, con l’ intento di:
- prevenire il disagio emotivo-relazionale;
- favorire lo sviluppo “integrale” dell’ allievo ;
- costruire il benessere psicologico e socio-affettivo;
- promuovere l'educazione ai valori , l'educazione alla convivenza pacifica e
democratica, il rispetto delle regole e delle norme vigenti.
- orientare alla scelta di percorsi formativi adeguati